Intreccia merletti, e ordisce anche trame d’amore, la bella Camilletta. Ma ad essere tutto un ricamo è l’opera-intreccio La finta amante, commedia in musica di Giovanni Paisiello che il festival, intitolato al compositore, mette in scena domani, venerdì 20 settembre alle ore 21:00 nella bella cornice del Teatro Comunale Fusco di Taranto.

Per questo allestimento, diretto da Vsevolod Borzak sul podio dell’Orchestra da Camera del Giovanni Paisiello Festival, la regista e scenografa Alessandra Premoli s’è inventata uno spettacolo-macramè perchè nella vicenda della giovane merlettaia, desiderosa d’un po’ d’amore e meno miseria, e dello sposo Gelino, impegnati a complottare ai danni del facoltoso Don Girone e a farlo cadere nella loro trama, ha visto la commedia italiana di “Pane, amore e gelosia”, “L’oro di Napoli” e “Poveri ma belli”.

In scena, per quest’evento storico che segna l’ingresso della lirica nel primo teatro comunale nella storia di Taranto, e che verrà certificato dalla casa discografica Bongiovanni, c’è un cast dell’Accademia Musicale Isolana composto dal soprano Fiammetta Tofoni, dal tenore Daniele De Prosperi e dal baritono Johnny Bombino, rispettivamente nei ruoli di Camilletta, Gelino e Don Falcone, che indossano costumi firmati da Anna Missaglia. Sono infatti, soltanto tre le voci di quest’operina in due atti con la quale Paisiello recuperò, ampliandolo, il libretto anonimo dell’intermezzo intitolato, per l’appunto, “Don Falcone”, reso famoso da Jommelli nel 1754.
Basata su una serie di gag tipiche della commedia dell’Arte improntate a una decisa fisicità attoriale, La finta amante, che chiude la XVII edizione del Giovanni Paisiello Festival diretto da Lorenzo Mattei per gli Amici della Musica “Arcangelo Speranza”,  ebbe la sua prima rappresentazione in Russia, nel 1780, in occasione di una sorta di G7 dell’epoca voluto da Caterina II. Ripresa al Burghteater di Vienna, ai Fiorentini di Napoli, e alla Corte di Portici e al Santa Cecilia di Palermo, La fina amante approdò a Parigi col titolo mutato in Camilletta, mentre a Firenze, nel 1788, venne ridotta a un solo atto, ma ampliata a quattro voci (s’aggiungeva Balestra, amico di Gelino).

Tuttavia, è soprattutto la ripresa napoletana, al Teatro del Fondo del 1825 a fare della Finta amante una tra le opere più longeve di Paisiello, che per il pubblico dei nostri giorni viene riproposta dal festival a lui intitolato nella revisione di Giuseppe Labadessa nell’originale spettacolo di Alessandra Premoli, promettente regista varesina e assistente di Davide Livermore, del quale ha ripreso importanti spettacoli, come il “Demetrio e Polibio” del Rossini Opera Festival al San Carlo di Napoli, prima di realizzare nuove produzioni a proprio nome, tra cui “Silla” di Händel al Palau de les Arts di Valencia e “Gli amori di Apollo e Dafne” di Cavalli all’Innsbrucker Festwochen der Alten Musik.