Tre milioni di italiani s’impegnano, secondo l’ISTAT, in forme di volontariato non organizzato. Mentre finora fare volontariato ed essere membro di un’associazione erano in pratica dei sinonimi, stanno emergendo forme di cittadinanza attiva e d’impegno sociale non più mediate da appartenenze associative. Si tratta soprattutto di mobilitazioni brevi, puntuali, legate a singoli eventi o ad appelli per cause ben precise. In questo panorama si è inserito il fenomeno della partecipazione di migliaia di volontari, in gran parte giovani, al grande appuntamento milanese di Expo Milano 2015. CSVnet e Ciessevi, per non disperdere il patrimonio di vissuti e stimoli che l’esperienza del volontariato in Expo ha rappresentato, hanno incaricato un’équipe di docenti e ricercatori di condurre una ricerca su questa esperienza.
La ricerca ha approfondito i caratteri biografici, le motivazioni, le modalità di contatto con la proposta, i livelli di soddisfazione, le disponibilità all’impegno nel futuro dei volontari. In sintesi, giovani, istruiti, donne, sono stati i tratti biografici prevalenti dei volontari di EXPO Milano 2015. Scaturisce nel complesso il profilo di un volontariato post-moderno, non necessariamente contrapposto a quello continuativo e mediato da appartenenze associative, ma più propenso a forme d’impegno flessibili, concentrate nel tempo, scarsamente formalizzate. Curiosità, interesse personale, ricerca di benefici soggettivi salgono alla ribalta, ma si combinano in vario modo con senso civico, cittadinanza attiva, spirito di servizio. La ricerca è stata diretta da Maurizio Ambrosini. Vi hanno preso parte con vari apporti Marta Bonetti e Riccardo Guidi (Università di Pisa), Anna Maria Meneghini, Antonella Morgano e Sandro Stanzani (Università di Verona), Elena Marta e Maura Pozzi (Università Cattolica Milano), Michela Lenzi e Massimo Santinello (Università di Padova).