E’ stato votato in via definitiva alla Camera il disegno di legge Delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale.
Stefano Tabò, presidente del Coordinamento dei Centri di servizio per il volontariato commenta “A poche ore dall’approvazione definitiva della riforma del terzo settore, tre elementi in particolare motivano la soddisfazione di CSVnet. Il primo attiene allo sguardo con cui la riforma considera i volontari e il volontariato ed il conseguente impegno a sostenerne ruoli e funzioni: ciò rappresenta un segno della civiltà giuridica del paese. Il secondo è il deciso richiamo alla trasparenza nell’azione e nella struttura delle organizzazioni. Il terzo è lo spirito di chiarezza nel definire chi deve far parte del terzo settore (cioè chi ha ‘finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale’), con l’intenzione di compiere una decisa ‘ripulitura’ dei vari registri in cui organizzazioni di ogni tipo sono oggi iscritte”.
“Sarà ora però fondamentale che la scrittura dei decreti attuativi della legge porti a coerente conseguenza quanto indicato dal testo approvato, chiarendo tutti i dubbi che questo può far sorgere” continua il presidente nazionale, che sottolinea anche che “i Centri di servizio agiscono già nel solco del cambiamento che la riforma comporterà per essi e si concepiscono da sempre quali soggetti inclusivi, fortemente radicati nelle comunità territoriali. Ora, anche per legge, si afferma il principio delle porte aperte a tutte le organizzazioni del terzo settore che vorranno entrare nella loro governance (ferma restando la prevalenza dei voti riservata al volontariato indicata dalla legge) e l’orientamento dei loro servizi per ‘promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari nei diversi enti del terzo settore’”.
All’indomani del sì definitivo alla riforma, resta forte la preoccupazione dei Centri di servizio per la consistente riduzione dei fondi previsti per l’annualità 2017 per il loro funzionamento: l’accantonamento per il 2017 (su bilanci 2015) che le Fondazioni di origine bancaria devono destinare allo scopo sarà inferiore di oltre il 30% a quello per l’anno in corso e questo mette a rischio la tenuta complessiva del sistema dei Centri.