Anche le persone ammesse alla sospensione del processo penale con “messa alla prova” – prevista dalla legge 67/2014 per reati di minor allarme sociale puniti con pena non superiore a 4 anni o con la sola pena edittale pecuniaria – devono avere la copertura assicurativa dell’Inail. E tale obbligo viene esteso anche ai condannati per guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti, nonché ai tossicodipendenti condannati per un reato di “lieve entità” in materia di stupefacenti.
In compenso, gli enti (pubblici ma soprattutto del non profit) che accoglieranno queste persone per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità (Lpu) non retribuiti e sostitutivi della pena sono esonerati dalla spesa per l’assicurazione grazie all’incremento di un fondo istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Un fondo che fino ad oggi era previsto solo per i beneficiari di forme di sostegno al reddito, per i detenuti e gli internati, e per i migranti richiedenti asilo impegnati in progetti di utilità sociale.
Lo ha comunicato oggi lo stesso Inail, evidenziando come la novità sia prevista nella legge di Bilancio 2017, che ha appunto portato da 5 a 8 milioni il fondo in questione.
Il provvedimento interviene su una vicenda che negli ultimi mesi ha agitato molto, in particolare, le associazioni di volontariato. Sono infatti queste che, in accordo con gli Uepe territoriali (uffici per l’esecuzione penale esterna), gestiscono progetti con migliaia di persone in messa alla prova, e che finora si sono dotate solo delle normali forme di assicurazione privata previste per le attività di volontariato, quasi mai stipulando la copertura assicurativa con l’Inail.