Queste pagine raccontano l’intreccio di storie che fungono da pretesto per riflettere sul sentimento dello “stare insieme”. Un’emozione prosociale, messa in discussione dal razzismo 2.0, la cui forza consiste nell’indossare gli abiti del senso comune, propri di chi dice “non sono razzista… ma”. Lo scenario si è complicato per l’irrompere di un fattore inaspettato, il coronavirus, che, se da una parte ha stravolto il ritmo iniziale nella narrazione, dall’altra ha consentito un punto di vista inedito per osservare più da vicino lo sviluppo delle dinamiche relazionali in condizioni di stress.