Nella serata di lunedì 3 febbraio u.s. presso la Chiesa di San Michele, in via Duomo nell’Isola Madre, l’Arcivescovo Metropolita di Taranto, S.E. Monsignor Filippo Santoro, ha benedetto la copia della statua Madonna Immacolata che, realizzata dagli artisti della Bottega di San Cataldo su commissione del club per l’UNESCO di Taranto e dell’Associazione Marco Motolese, è stata posta nella nicchia dove era ubicata la statua originaria, rimasta vuota per oltre trent’anni.
La statuetta originale del Settecento 700 sarà invece sottoposta a restauro, sempre con il sostegno delle suddette associazioni, per poi essere esposta nella collezione del Museo Diocesano di Taranto.
Oltre l’Arcivescovo, alla cerimonia di benedizione sono intervenuti:
- Maria Piccarreta, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto,
- Paolo Castronovi, Vicesindaco,
- Augusto Ressa, Assessore comunale,
- Don Francesco Simone, Direttore Museo Diocesano,
- Don Emanuele Ferro, ideatore e responsabile della Bottega di San Cataldo e Parroco della Basilica Duomo San Cataldo e delle chiese dell’Isola Madre ed anche della stessa San Michele.
Alla semplice ma significativa cerimonia ha partecipato Carmen Galluzzo Motolese, Presidente del Club per l’UNESCO di Taranto e della Associazione Marco Motolese, accompagnata nell’occasione dal segretario generale del Club per l’UNESCO di Taranto Amm. Filippo Casamassima, due importanti sodalizi che con questa iniziativa, realizzata con il supporto tecnico e il coordinamento dell’Assessore comunale Augusto Ressa, continuano il loro impegno a protezione e salvaguardia dei beni culturali della città.
Alla cerimonia hanno presenziato numerosi soci e i rappresentanti dei Club service Lions di Taranto.
Nell’occasione l’Assessore comunale Augusto Ressa ha spiegato che la chiesa di San Michele con l’annesso convento, fu costruita nel 1763 a seguito di un lascito testamentario del nobile Giovanbattista Protontino. Destinata a vari ordini francescani, fu da ultimo affidata alle monache Cappuccinelle; attualmente è sede dell’Istituto Musicale “G. Paisiello”.
La piccola chiesa presenta una ricca decorazione in stucco opera del tarantino Saverio Amodeo. Vi si venera la statua seicentesca dell’Immacolata proveniente dal convento di San Francesco.
Il portale della facciata sulla via Duomo è sormontato da una piccola nicchia nella quale era collocata una statua dell’Immacolata, opera in gesso policromo del 700.
A seguito di un tentativo di furto in occasione degli ultimi restauri degli anni Novanta, la piccola effigie fu trasferita presso L’Episcopio.
Carmen Galluzzo Motolese, Presidente del club per l’UNESCO di Taranto e dell’Associazione Marco Motolese, ha poi illustrato l’attività delle associazioni che rappresenta sottolineando che le stesse seguono le linee guida dell’Agenda 2030, in particolare l’obbiettivo 11.4 cura e salvaguardia dei beni culturali del nostro territorio. realizzando una serie di soluzioni possibili per affrontare le sfide che la città contemporanea ha di fronte, in una prospettiva assolutamente condivisibile: in un mondo che cambia, l’attenzione deve essere riservata sulla salvaguardia del patrimonio culturale.
La Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto, Maria Piccarreta ha evidenziato che il progetto è vero esempio di cittadinanza attiva da lei fortemente sostenuto.
Sono stati Monsignor Filippo Santoro e Carmen Galluzzo a scoprire la nicchia contenente la Madonnina che è stata benedetta dall’Arcivescovo che nell’occasione ha lodato l’iniziativa poiché convinto che la rinascita culturale della città debba partire dall’Isola madre e da una sinergia tra l’Amministrazione comunale, la Diocesi e associazioni come il Club per l’Unesco di Taranto e l’Associazione Marco Motolese.
Iniziative come questa, ha poi detto l’Arcivescovo Metropolita, danno vita a quella dimensione culturale profonda e diffusa sulla quale si innesca il cambiamento di una città e dalla quale non si può prescindere.
Inoltre, la nostra città, comunità di uomini e donne in cammino verso una cultura della sostenibilità, con le loro bellezze, difficoltà e contraddizioni, possono diventare luoghi dell’intreccio virtuoso tra innovazione, beni culturali, turismo e resilienza.