E’ un’iniziativa dell’Associazione Salam, in collaborazione con Associazione Teatri&Culture, Commissione Pari Opportunità Comune di Martina Franca, Centro Interculturale Nelson Mandela di Taranto, Sprar di Martina Franca, Cooperativa Al Fallah e si terrà giovedì 22 dicembre alle ore 20.30 presso l’Auditorium Divino Amore di Martina Franca.
Si intitola In acque …Libere ed è una pièce teatrale che quest’anno vedrà coinvolti sei richiedenti asilo politico dello Sprar (Servizio di Protezione per Richiedenti Asilo Politico e rifugiati) di Martina Franca, ente gestito dall’Associazione Salam. Rispetto all’edizione precedente ispirato alla pace, alla solidarietà, all’amicizia, sono diverse le novità che hanno contraddistinto il percorso teatrale “A sipario aperto” : progetto che ha portato alla realizzazione dello spettacolo.
Intanto, quest’anno si è preferito fin da subito condurre il laboratorio secondo la formula “open”: dando a tutti/e la possibilità di partecipare in maniera volontaria, puntando su una certa flessibilità degli esercizi e cambiando le formule degli stessi ad ogni nuovo incontro. Grazie anche a questa novità introdotta, il numero di presenze dei partecipanti è cresciuta. In questa prima fase, da marzo a giugno 2016 si è dato spazio a giochi e momenti di relazione, cercando forme di conoscenza e di esperienza attraverso i gesti del quotidiano da tutti condivisi.
Le attività teatrali sono poi riprese a settembre scorso, dopo la pausa estiva. In questa seconda fase, “la final performance” si è proceduto ad esercizi più specifici e mirati, finalizzati allo spettacolo finale.
Tutti gli incontri, che si sono tenuti una volta a settimana, presso l’Auditorium del Convento delle Agostiniane, e a cui hanno partecipato da un minimo di sette ad un massimo di quindici utenti, si sono svolti alla presenza della psicologa, dottoressa Alessandra Pepe, e di Angela Franchini, operatrice Salam e responsabile del progetto.
Altra novità è il tema. Come si evince dal titolo dell’opera In acque… libere quest’anno il regista ha voluto “guardare all’acqua, ovvero al “mare”, paradossale elemento di unione e di divisione tra i popoli, tra esseri umani.” Infatti, lo spettacolo è ambientato in un acquario, dove l’elemento centrale ‘L’acqua’ è l’elemento metaforico della Libertà: quella libertà tanto cercata, e a volte molto spesso mai raggiunta, perchè persa sotto, infondo alle “acque” del mare che spesso inghiotte ed uccide. L’acqua quindi come simbolo della vita e della morte, nello spettacolo emerge come simbolo della divisione e dell’unione.
Infatti l’obiettivo dell’opera è sostanzialmente quello di dare un’immagine che ribalti completamente i preconcetti che ruotano intorno al migrante, al profugo, al richiedente asilo, al rifugiato politico.
Altre novità… allo spettacolo “attori protagonisti” non saranno solo i richiedenti asilo, ma anche un giovanissimo martinese alla sua prima esperienza teatrale, Marco Abbracciavento. L’intero spettacolo sarà poi accompagnato al pianoforte da Barbara De Paolis e sarà realizzato con la collaborazione di Paolo Del Gaudio e Rosa Semeraro (Scene), Lisa Serio (Costumi), Monica Montanaro ( Trucco), Pino Dimichele (Tecnica&Fonica).
Ma la serata riserverà altre sorprese: come la proiezione del cortometraggio del precedente spettacolo E chi ha detto che il lupo fa paura andato in scena l’anno scorso, diretto sempre dal regista Carlo Dilonardo.
Ingresso libero con offerta facoltativa.