Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto è ricco di storie di naufragi, anche solo interiori, e di salvezza, è uno spazio di incontro e di dialogo con la storia e con le sue testimonianze archeologiche, luogo simbolo di speranza di rinnovamento”.

Così la direttrice del MArTA, Eva Degl’Innocenti, che questo pomeriggio, venerdì 23 settembre, alle ore 16.30 accoglierà grazie al sostegno economico della delegazione di Taranto dell’AICC – Associazione Italiana di Cultura Classica, 13 visitatori e 3 accompagnatori del Centro Bassa Soglia della Comunità “Emmanuel” di Taranto. Il MArTA offrirà la visita guidata e l’associazione i biglietti di ingresso.

Si tratta di persone che nel corso della loro vita hanno avuto poche possibilità di apprezzare il valore della bellezza insita nell’arte e che, dopo un percorso di recupero e accoglienza, hanno espresso il desiderio di visitare uno dei musei archeologici più importanti del mondo.

L’opportunità è offerta dal MArTA e dalla delegazione di Taranto dell’AICC – Associazione Italiana di Cultura Classica che, con un contributo economico, consentirà a queste persone in difficoltà (disagio sociale, senza tetto, dipendenze patologiche) di immergersi nella storia del patrimonio culturale di Taranto.

La nostra società è piena di discriminazioni e i tempi futuri sembrano molto preoccupanti soprattutto per la crisi economica che sta per abbattersi sul Paese – scrive la dott.ssa Francesca Poretti, presidente della delegazione tarantina dell’AICC – di fronte a questo scenario certamente triste, un faro di luce e di speranza può essere accesso proprio dallo spirito di solidarietà che ormai accomuna tanti, sensibili alla sofferenza altrui e disponibili ad aiutare con il volontariato chi è meno fortunato. Se ci si chiede cultura, non possiamo rimanere indifferenti anzi, ne siamo commossi”.

La visita al Museo, per cui ringraziamo vivamente sia il MArTA che l’AICC, fa parte di un percorso iniziato quest’estate volto a riconsegnare ai nostri accolti il senso della loro storia, delle loro origini – commenta la dott.ssa Anna Maria Carelli, responsabile del Centro bassa Soglia della Comunità “Emmanuel” – È un percorso solo in parte ludico-culturale, perché il contatto diretto con quella storia e con quella bellezza, per noi è anche salute e benessere, fisico e psicologico. Un’azione piccola piena di solidarietà, che insieme alle azioni che il nostro Centro compie ogni giorno, può contribuire a cambiare l’andamento della vita di persone che ogni giorno combattono con problemi di natura economica, sanitaria e di vera e propria sopravvivenza.”