Il Festival Il Giullare XI edizione apre ufficialmente il sipario il prossimo 21 luglio nel Centro Jobel di Trani, il luogo in cui questo progetto è nato e dove per l’undicesimo anno consecutivo compagnie teatrali composte da attori con e senza disabilità provenienti da tutta Italia si esibiranno.
Sarà proprio nel giorno di apertura del Festival che alle ore 20.00 verrà inaugurato il nuovo laboratorio didattico-multimediale e fotografico del Centro Diurno Socio-Educativo e Riabilitativo “Centro Jobel” realizzato con il contributo di UniCredit.

Si tratta di un laboratorio che stimola e supporta la comunicazione dei 20 ospiti diversamente abili che lo frequentano, oltre che facilitarne processi di comprensione e, per coloro con un grado di disabilità più lieve, essere opportunità di connettività sociale, di conoscenza attraverso la rete, di utilizzo per esigenze personali, di lavorazione ed elaborazione delle fotografie.

La dotazione implementata da UniCredit, con l’ausilio di software e hardware già a disposizione del laboratorio, consentirà agli ospiti della struttura della Cooperativa Promozione Sociale e Solidarietà che svolge questo servizio nel Centro Jobel, di poter svolgere l’avvio di nuove attività finalizzate, ad esempio, ad acquisire procedure e automatismi nella gestione di file di testo, audio e immagini, utilizzare scanner o PC per pianificare attività di svago, effettuare ricerche su internet e comunicare attraverso portali e social-network, acquisendo nuove abilità nell’area tecnico-pratica instaurando quindi rapporti collaborativi con il gruppo dei pari.

Alle ore 21.00 il progetto sarà presentato al pubblico del Festival, come anteprima dello spettacolo in scena, dopodichè il Festival Il Giullare entrerà nel vivo. Ad aprire la kermesse, che si concluderà il 28 luglio prossimo in Piazza Duomo, andrà in scena lo spettacolo teatrale della Compagnia Teatrale di casa “Il Giullare” condotta da Marco Colonna: “IO – la Rinascita”.
“Uno spettacolo coinvolgente, spietato e commovente. La scenografia dello spettacolo non sono altro che sedie asettiche occupate dai protagonisti, 10 attori, in tutta la loro nudità. Ma il minimalismo della scena viene presto riempito dal flusso di coscienza dei protagonisti che riempiono il palco con le loro espressioni possenti, le tante voci che li posseggono e soprattutto da questo fiume di pensieri e rabbia ingoiati e non digeriti che travolgono loro stessi ed il pubblico”

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