La comunità, intesa come l’insieme di relazioni che legano e uniscono le persone che condividono uno stesso territorio e ne percepiscono il senso di appartenenza, è l’orizzonte verso cui ogni azione ed intervento di welfare deve tendere perché questo abbia successo.
Questa prospettiva pone ciascuna persona che è parte della Comunità nel valutare in maniera critica l’impatto che le proprie azioni hanno nello sviluppo stesso della comunità. Nell’ambito della disabilità questo significa comprendere in che maniera i propri comportamenti facilitano (da cui il nome dell’evento) o ostacolano lo sviluppo della persona e la sua partecipazione alla vita di comunità.

Per queste ragioni la cooperativa sociale ISAC Pro ONLUS, impegnata da 4 anni nel promuovere la vita indipendente nella comunità di persone con disabilità, l’associazione Comuni(Tà) che racchiude al suo interno famiglie e liberi cittadini accomunati dalla volontà di impegnarsi per costruire una comunità che faciliti l’accesso alle opportunità alle persone che vivono una qualsiasi condizione di fragilità e il Liceo delle Scienze Umane Vittorino da Feltre di Taranto, impegnata nella sua attività curriculare ed extracurriculare nel formare studenti in grado di affrontare le sfide sociali del mondo contemporaneo e nel promuovere percorsi condivisi e innovativi per il superamento della disabilità intendono realizzare per il prossimo sabato 8 aprile, dalle 9.00 fino alle 14.00 circa, un evento di sensibilizzazione e promozione culturale, Facilita, durante il quale, nella cornice centrale di piazza Maria Immacolata a Taranto, sarà proposto ai passanti di svolgere normali azioni di vita quotidiana (come leggere, prendere un caffè, scegliere un vestito, utilizzare un bagno pubblico o stendere i panni) vivendo una condizione di disabilità: usando una carrozzina, avendo gli occhi bendati, utilizzando un solo occhio o un solo braccio, limitando il movimento delle mani etc.

L’obiettivo finale è rendere consapevoli i partecipanti di quanto i propri comportamenti facilitano o ostacolano la partecipazione delle persone che vivono una condizione di disabilità e, pertanto, convincersi che la disabilità non è uno ‘status’ ma una condizione che una persona vive come risultato dell’interazione fra ambiente e persona.