Riprenderà domenica 10 settembre il corso denominato “Cultura e ambiente” promosso dall’Associazione Università Popolare Zeus in cui storia, archeologia, speleologia, natura, architettura e gastronomia del territorio lucano saranno analizzati ed approfonditi direttamente con professionisti.
Dopo l’escursione a Ceglie Messapica, sarà possibile visitare due delle più antiche città della Basilicata:
- Tricarico, borgo arabo-normanno che possiede uno dei centri storici medioevali più importanti e meglio conservati della Basilicata. All’interno dell’attuale perimetro del borgo sono presenti testimonianze archeologiche risalenti al VI – V secolo a.C. Il centro storico di Tricarico rappresenta la più vivida testimonianza della storia che ha attraversato questo borgo sin dalla sua nascita: le sue origini risalgono al VI a.C. anche se i primi documenti che citano Tricarico sono del periodo longobardo. L’arrivo degli arabi tra il IX e il X secolo mutò l’aspetto del borgo e ancora oggi i quartieri Rabata e Saracena rievocano quei tempi. Tricarico divenne poi dominio bizantino, normanno e dei Sanseverino, con i quali arrivarono in paese comunità giudaiche e albanesi. Il simbolo di Tricarico è la Torre Normanna alta 27 m. che è parte dell’antico Castello Normanno, divenuto poi nel 1333 un monastero di clausura. Dalla terrazza panoramica si gode di una magnifica vista sulla sottostante Valle del Basento, sono molte le chiese presenti nel borgo e tra tutte spicca la Cattedrale di Santa Maria Assunta risalente all’anno 1000, luogo dove fu proclamato re di Napoli Luigi I D’Angiò: la chiesa presenta uno stile romano e custodisce all’interno molte cappelle che portano la firma del grande pittore manierista del ‘600 Pietro Antonio Ferro. La più bella è la baroccheggiante Cappella del Secretarium. Lo stesso Ferro ha lasciato altre testimonianze del suo pregevole talento, sia all’interno della Chiesa del Carmine dove sono presenti affreschi sul presbiterio e sulle pareti della navata, sia nella Cappella del Crocifisso della Chiesa di Santa Chiara. Presso quest’ultimo edificio di culto non si può non apprezzare anche il dipinto dell’Assunta del XVI secolo incastonato nel soffitto ligneo dorato. Prevista anche la visita al museo diocesano ricchissimo di libri, arredi liturgici, sculture e manufatti in argento. Altrettanto interessanti sono il Museo dei Costumi Lucani, situato all’interno del Palazzo Lizzadri e soprattutto il Museo archeologico. Quest’ultimo si trova all’interno del Palazzo Ducale e conserva numerose testimonianze di Tricarico sin dall’antichità: molti reperti qui conservati provengono in particolare dal sito di Civita di Tricarico, insediamento risalente al V a.C.
- Alle ore 18,15 partenza per la seconda località, Campomaggiore Vecchio, a 10 km da Tricarico e a 4 km dal nuovo centro di Campomaggiore, ricostruito in seguito alla frana che nel 1885 devastò l’abitato antico. Si tratta di un borgo abbandonato dal 1885, costituito da alcuni edifici allo stato di rudere, tracce di strade, vegetazione che è stato oggetto di numerosi studi e ricerche e fa parte del Patrimonio del FAI. I conti Rendina, signori di origine campana, che nel 1673 avevano acquistato il feudo di Campomaggiore, pressoché disabitato. Al fine di popolarlo, emisero, nel 1741, una sorta di “bando pubblico” con il quale promisero, a chiunque si fosse trasferito a Campomaggiore, la concessione gratuita di due tomoli di terra e la possibilità di tagliare legna, per costruire le nuove abitazioni. In cambio chiedevano manodopera salariata per la coltivazione delle terre. Teodoro Rendina, esponente di spicco della famiglia, commissionò all’architetto Patturelli, allievo di Luigi Vanvitelli, la progettazione della pianta urbanistica del paese. Il risultato è una “scacchiera”, ovvero un tessuto urbano in cui regnava l’ordine e l’uguaglianza, con strade che si incrociavano ortogonalmente e dove le abitazioni erano tutte delle stesse dimensioni. Al centro regnava la grande piazza con il palazzo baronale e la chiesa, posti uno di fronte all’altra. “Città dell’Utopia”, così è stata denominato questo borgo che da diversi anni è oggetto di azioni per tutelarne la memoria. Restauri, manifestazioni, eventi, spettacoli, convegni si sono succeduti negli anni, allo scopo di conservare un sito e tramandare una storia che è anche un messaggio e un esempio di “politica sociale” illuminata. Si potranno osservare i ruderi del palazzo baronale e della chiesa, la planimetria dell’insediamento, le installazioni artistiche, in uno scenario quasi irreale, circondato da montagne e fitti boschi e da una natura incontaminata.
Per informazioni e prenotazioni contattare i seguenti numeri telefonici: 334/3208832, 349/1460875
Questo il programma