shkspr 6.6Al “De Sanctis-Galilei” di Manduria, alle ore 10.30 di domani, martedì 6 giugno, andrà in scena Shkspr: carcere e dintorni, nato dalla collaborazione tra il Liceo De Sanctis-Galilei, l’Associazione Culturale TeatroDellePietre di Marcantonio Gallo e la Casa Circondariale di Brindisi, partner il CSV di Taranto, i Gruppi Volontariato Vincenziano A.I.C.Italia – Sez. Puglia e la Fondazione Vanni Longo.

Il progetto, finalizzato all’educazione al volontariato sociale ed alla legalità corresponsabile, è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito Laboratori di cittadinanza democratica condivisa e partecipata.
Punto di partenza, e poi di arrivo, di questo percorso/laboratorio è stata l’opera di Shakespeare. Tra le innumerevoli parole scritte dal bardo, infatti, sono state estrapolate, insieme agli studenti, tutte quelle battute considerate “minori”, “tagliate fuori”, per brevità, dalle moderne rappresentazioni, e che invece urge che risuonino ancora: parole che considerano “gli ultimi tra gli ultimi”, che gridano inclusione e tolleranza e che in molti casi interrogano esplicitamente il tema della prigionia e dell’emarginazione.
La capacità di scorgere, infatti, fra gli inganni del mondo, la verità delle cose, e, ancor più, il coraggio di raccontarla, non può e non deve ignorare i luoghi dell’anima dove si annida l’errore, la sofferenza, l’emarginazione e il pregiudizio.

Il progetto ha perciò guidato gli studenti nella riflessione sulla realtà detentiva, con essa portandoli concretamente a contatto, attraverso la conoscenza diretta di un gruppo di detenuti della Casa Circondariale di Brindisi, a loro volta impegnati nel medesimo percorso. La registrazione, in questa occasione, di testimonianze dirette, ha permesso ai ragazzi di tramutare in parole scritte il vissuto e gli stati d’animo dei detenuti.
In una cornice “metateatrale” gli attori sono alle prese con le battute di Shakespeare, liberate però da qualunque copione, e piantate con forza davanti alla nostra coscienza come l’unica via possibile per farsi sentire da una società che relega troppo spesso ai margini, e senza possibilità di salvezza.

L’intento, degli educatori nei confronti degli studenti e, oggi, degli studenti rispetto al loro pubblico, è quello di spiegare il disagio e il malessere che deriva dalla reclusione, che accetta l’errore e la pena da espiare, ma non l’assuefazione alla non-vita cui la detenzione spesso conduce.