Ha avuto inizio nel nostro Paese ormai da una decina di giorni la cosiddetta “fase 2”, che prevede una graduale ripresa delle attività. Occorre in ogni caso prudenza per ridurre il rischio di contagio.

Non vi sono nelle nuove disposizioni delle indicazioni specifiche che riguardino gli enti non profit; anche le attività svolte da tali soggetti possono dunque ripartire rispettando la condizione del divieto di assembramento e della distanza interpersonale. Ancora raccomandato (Dpcm 17 maggio 2020 e protocolli allegati), inoltre, ove possibile, l’utilizzo del lavoro agile e a distanza.

 

Per prendere visione dell’articolo integrale su www.cantiereterzosettore.it