Dopo la fase dell’emergenza da Coronovirus in cui tutto si è fermato l’Italia riparte anche con la decima edizione del censimento I Luoghi del Cuorel’iniziativa lanciata dal  FAI – Fondo Ambiente Italia che invita tutti i cittadini a votare i luoghi italiani che amano di più e vorrebbero vedere salvati, tutelati e valorizzati.

Il censimento ha preso il via il 6 maggio e si concluderà il 15 dicembre 2020.

Anche Taranto candida un “luogo del cuore”, i bellissimi Giardini dell’Ospedale Militare, e lo fa grazie ad un gruppo di cittadini che si è costituito in un Comitato promotore con l’obiettivo di farli votare come Luoghi del Cuore FAI in questa decima edizione.
I giardini dell’ Ospedale Militare sono strutturati su di un pendio organizzato a gradoni e terrazzi che guarda sul Mar Piccolo di Taranto, ricalcando la cavea di un edificio teatrale.

Al suo interno presenta delle vere e proprie meraviglie: un ruscello vivace per la presenza di citri di acqua dolce che sgorgano in superficie e mantengono la flora interna per cui anche grazie agli effetti dell’inversione termica troviamo specie di collina e tipiche del sottobosco ad una quota per loro insolita: ciclamini, funghi, capelvenere che convivono in armonia con il papiro, l’acanto molle spontaneo e pini secolari.

SI RURUSUS/ HEIC/PECCASSET ADAM/FORSITAN DEUS/ IGNOSCERET (Se qui Adamo peccasse di nuovo forse Iddio lo perdonerebbe), questa la famosa iscrizione, tanto a voler sottolineare la magnificenza del luogo, posta su uno specchio epigrafico ovale che si trova sul cancello d’ingresso delimitato a destra e a sinistra da pilastri che sorreggono due grossi felini litici che tra gli artigli sostengono l’uno lo specchio epigrafico e l’altro lo stemma della nobile famiglia di Monsignor Giuseppe Capocelatro.

I leoni infatti, insieme ad altre ricchezze, sono quel che resta della vicina sontuosa villa settecentesca dell’arcivescovo napoletano che fu edificata nel 1796, espropriata nel 1893 e abbattuta per poter costruire l’Arsenale militare. L’iscrizione la dice tutta su questa area veramente straordinaria, un “luogo del cuore”, un gioiello da recuperare e valorizzare anche per la presenza di un’area archeologica di grande interesse : muri antichi, frammenti di ceramica a dimostrare la funzione sepolcrale del sito in età greca; i resti di un tempietto “Sacello “databile in epoca tardo repubblicana, quasi sicuramente dedicato ad una divinità dell’oltretomba vista la disposizione interna di alcuni pilastri e la fiaccola sacra rappresentata su uno di questi ; sarcofagi di marmo recuperati da un relitto di una nave da carico romana (navis oneraria) naufragata nel III secolo d.C. a circa 500 metri dalla costa jonico salentina.

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(La foto utilizzata in questo articolo è tratta da  www.fondoambiente.it)