Anche in questo periodo di emergenza Coronavirus continua ”in remoto” H24 l’attività dell’Auser Taranto a favore della popolazione anziana con l’ormai “storico” servizio di d’ascolto telefonico “Filo d’Argento”. Avendo instaurato negli anni un rapporto di fiducia, sono tante le richieste di aiuto che arrivano da anziani soli all’Auser Taranto che, non potendo gestirle autonomamente in questo periodo, le smista ai Servizi sociali del Comune di Taranto e alla Protezione Civile.
«Anche solo una telefonata con una voce amica – afferma Lina Arpaia – rappresenta un conforto importantissimo per gli anziani, soprattutto in questo periodo che tanti stanno vivendo in solitudine nelle loro case “bombardati” da notizie negative sul contagio».
«Il servizio di telefonia sociale “Filo d’Argento Auser” – spiega Lina Arpaia – è infatti definito “il telefono amico degli anziani”, perché dal contatto telefonico si apre la relazione con l’altro, l’ascolto e l’intervento di sostegno».
Con una semplice telefonata gratuita al Numero Verde Nazionale del Filo d’Argento 800-995988 o al numero dell’Auser Taranto 099.4777600, gli anziani possono trovare una risposta concreta ai loro bisogni. Il servizio è attivo tutti i giorni della settimana, per tutto l’anno, in questo periodo emergenziale a tutte le ore.
L’Auser Taranto, inoltre, si schiera, insieme alle tante associazioni di volontariato che si occupano di invecchiamento attivo e ai sindacati dei pensionati, contro l’idea di una “Fase 2” che penalizza la popolazione anziana.
La presidente dell’Auser Taranto, Lina Arpaia, spiega infatti che «l’idea di lasciare a casa più a lungo degli altri gli anziani non convince da molti di punti di vista ed è una misura discriminatoria nei confronti di una parte molto consistente della popolazione che ha già sofferto tanto a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus. Una prolungata assenza di attività fisica e sociale può avere inoltre conseguenze molto gravi sul benessere psicofisico delle persone anziane, soprattutto di chi è molto anziano e di chi ha più di una patologia».
Sottolinea poi che «peraltro la misura sarebbe anche di difficilissima applicazione e, inoltre, non basterebbe comunque ad impedire un contagio che spesso avviene all’interno delle stesse famiglie. Serve piuttosto un piano molto articolato e ben organizzato basato sul rilancio della sanità pubblica, su controlli a tappeto, prevenzione, innovazione e su quella medicina del territorio che tante volte abbiamo invocato e che ora è diventata quanto mai urgente, necessaria e inderogabile».