A Taranto vide riaffacciarsi il demonio della follia. E nella città bimare, dove conobbe l’orrore dell’ospedale psichiatrico, Alda Merini rivive per voce di Maddalena Crippa, signora del teatro con una carriera accanto a Giorgio Strehler e Peter Stein.
Ad accompagnare l’attrice nello spettacolo Follia, l’altra verità, omaggio alla poetessa dei Navigli, in programma mercoledì 31 gennaio alle ore 21:00 all’Auditorium Tatà per la Stagione degli Amici della Musica «Arcangelo Speranza», il trio composto da Mario Ancillotti (flauto), Claude Hauri (violoncello) e Antonino Siringo Yeknur (pianoforte), impegnati a giustapporre la delicata e commovente voce di Alda Merini alla “follia” musicale, dalle Variazioni sulla Follia di Spagna di Marin Marais alla svagata, ingenua e deformata poetica di Danza di Niccolò Castiglioni, dalle libere e folli improvvisazioni di Siringo Yeknur alla liberazione emotiva dell’Improvviso di Schubert, sino alla ricerca di un nuovo equilibrio costruttivo con la musica di Andrea Portera.
In una simbiosi fra suono e teatro, la performance si basa proprio sulla capacità della musica di evocare sotto traccia il pathos chiarito ed esaltato dai testi de L’altra verità. Diario di una diversa, primo libro in prosa che Alda Merini terminò proprio nel capoluogo ionico durante il suo soggiorno tra il 1983 e il 1986. Una città, Taranto, che ha, dunque, segnato la vita della grande poetessa, e in vari modi. Perché qui Alda Merini subì nuovamente l’internamento nell’ospedale psichiatrico e perché di Taranto erano Giacinto Spagnoletti, il critico letterario, poeta e romanziere dal quale fu scoperta nel 1947, e il secondo marito, anche lui poeta, Michele Pierri, per amore del quale la «poetessa della sventura» (come lei stessa si definì) decise di trasferirsi in Puglia.
Sono parole che lasciano senza fiato, quelle di Alda Merini, che Maddalena Crippa rievoca esaltandone la potenza poetica e umana, racconto della drammatica esperienza di ricovero forzato negli ospedali psichiatrici prima della legge Basaglia. In questa testimonianza, cruda, reale, semplice e forte, e senza liricità e gratuita poetica, sono stati scelti alcuni tratti, particolarmente significativi e contrastanti fra loro, dallo sconforto della costrizione in manicomio all’amore finissimo, sino alla consapevolezza dell’essenza della follia, peraltro con una selezione di versi che sottolineano in termini poetici la dura descrizione del diario, e senza soluzione di continuità con la musica eseguita da Ancillotti, Hauri e Siringo Yeknur, interpreti di primissimo piano. Ancillotti è stato primo Flauto dell’Orchestra della Rai di Roma con Severino Gazzelloni e vanta collaborazioni con Accardo, Muti, Berio, Petrassi, Sciarrino e altri mostri sacri della scena musicale internazionale. Hauri è violoncello solista dell’Ensemble Nuovo Contrappunto di Firenze e dell’Ensemble Algoritmo di Roma. Siringo, che collabora con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e l’Orchestra Regionale Toscana, è, invece, uno sperimentatore che si muove lungo i territori della musica contemporanea, del jazz e dell’improvvisazione.
Per informazioni: tel. 099.7303972 – www.amicidellamusicataranto.it